Uno delle più grandi aree verdi della città sorgerà al posto dell’ex Scalo di Porta Romana e sarà il centro nevralgico del progetto di risistemazione dell’intero quartiere, il progetto “Parco Romana” presentato mercoledì 31 marzo. Il progetto di riqualificazione mette il parco al centro di un nuovo distretto di uffici che si apre su piazza Lodi, risistemata, e una zona residenziale che si sviluppa sulla parte orientale dell’intera area e quindi, verso via Ripamonti, il Villaggio olimpico – che all’indomani delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026 si tramuterà in quartiere universitario – e alcuni edifici storici della Milano industriale riportati a nuova vita.

Un parco e una “linea verde” per unificare

L’intera area sarà quindi incentrata sul grande parco, che ricollega la parte nord e la parte sud, e da una “linea verde”, un corridoio ecologico, che collega l’area da est a ovest. Con l’ambizione di dare spazio a cinquemila persone, poi a pieno regime diecimila – molti degli edifici, come sottolinea l’assessore Maran, saranno a edilizia convenzionata, con lo scopo di rendere «i nuovi quartieri davvero per tutti» – il progetto per la riconversione dello Scalo di Porta Romana ha iniziato a prendere forma, anche se rimane un progetto orientativo e non vincolante. Il Masterplan dello Scalo Romana presentato è quello del team Outcomist, scelto dopo la valutazione dei 6 progetti finalisti, a loro volta selezionati tra quelli proposti da 47 team provenienti da tutto il mondo. A promuovere la gara di idee è il Fondo di investimento immobiliare “Porta Romana”, gestito da Coima Sgr e sottoscritto da Covivio, Prada Holding e dal fondo Coims Esg City Impact.

Un prospetto del parco. A sinistra si intravede il palazzo della Fondazione Prada

La foresta sospesa

Il masterplan presenta diversi spunti qualificanti: dall’idea di Carlo Ratti, membro del team vincitore, di utilizzare, come in altre città, solamente legno come materiale di costruzione fino alla “foresta sospesa”, presentata da Carlo Mazzi, consigliere delegato di Prada, per il quale si parla più nello specifico di un «grande camminamento est-ovest al di sopra della ferrovia». Ferrovia, che dunque rimarrà in funzione, anche se in parte interrata e fortemente ridotta rispetto al bacino attuale, e attiva nell’ottica di una circle line da sempre obiettivo della giunta milanese. 

Un prospetto del parco. Si nota la “linea verde” sopraelevata

Un quartiere green a quindici minuti

Il team che ha elaborato il Masterplan  – che comprende Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, con Gross. Max., Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land, Artelia –  ha saputo poi coniugare due punti cruciali richiesti dall’amministrazione cittadina: il criterio della città dei quindici minuti, in cui tutti i servizi essenziali si trovano in un raggio di quindici minuti a piedi o in bicicletta, e la sostenibilità ambientale. «Il progetto fa di un grande spazio verde il baricentro generatore dello sviluppo, invertendo i paradigmi urbanistici tradizionali» è la motivazione dalla Giuria che ha selezionato il progetto. L’intera area infatti, oltre alla presenza del parco e all’attenzione per il verde, sarà interamente car free e punta a diventare un quartiere a passo d’uomo, alimentato anche dall’allacciamento alle piste ciclabili già presenti nel tessuto di Milano, in cui dovrebbe calarsi nella maniera più omogenea possibile. 

Un prospetto del distretto di uffici

«Questo progetto mette tutto assieme, mette insieme la volontà di Milano di essere una città nuova, moderna, verde, e mette insieme l’idea di lavorare ad una città a quindici minuti» dice  Giuseppe Sala, sindaco di Milano. «L’aspirazione come promotori – aggiungo Manfredi Catella, ceo di Coima – è quella di trasformare lo scalo ferroviario in un quartiere straordinario che interpreti e anticipi l’evoluzione futura delle città con radici profonde nella sostenibilità e nell’innovazione, generando bellezza e inclusività e diventando un modello di rigenerazione urbana». 

Le scadenze e la consultazione pubblica

Ma se l’ambizione è alta rimangono alcune questioni in sospeso: dalla data di partenza dei lavori fino alla loro conclusione a ridosso delle Olimpiadi del 2026. Così come anche il progetto presentato, che si limita a proporre un’interpretazione dell’area, ancora soggetta ad eventuali aggiustamenti. Aggiustamenti che vedranno la cittadinanza intervenire tramite una consultazione pubblica a tappe forzate e molto rapida. Già il 6 aprile è in programma in due fasce orarie differenti su www.scaloportaromana.com un doppio incontro aperto alla cittadinanza per la presentazione del progetto e la raccolta di segnalazioni e criticità. Nei giorni successivi sono previsti altri due incontri con i Municipi direttamente interessati dai lavori. Lo scopo è quello di arrivare per metà aprile a rivisitare il progetto con le eventuali problematicità emerse nel dialogo con cittadinanza e Municipi e muoversi rapidamente verso la fase di definizione in dettaglio del progetto. Le promesse sono tante, solo il tempo saprà dirci se si concretizzeranno.