Il Parco Amphitheatrum Naturae, il nuovo progetto di archeologia green per la riqualificazione dell’Anfiteatro romano di Milano, come esempio qualificante del modello di urbanistica che Palazzo Marino propone come terreno di coltura per la città che vuole coniugare sostenibilità, inclusione e innovazione. Quello del Pan è solo uno dei tanti esempi che Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, al Verde e all’Agricoltura del Comune di Milano, ha proposto durante l’evento del 18 marzo promosso da inCOWORK, franchising di coworking, in occasione della Milano Digital Week 2021, “Applichiamo la sostenibilità. Istituzioni”. Il progetto del Pan, previsto per la fine del 2022, potrebbe essere uno dei «simboli della rinascita di Milano», aggiunge Maran, specie per la sua grande futuribilità che punta a ricostruire le parti mancanti dai resti archeologici con delle siepi, così da renderlo, sulla falsariga dell’Arena di Verona, utilizzabile come area estiva per concerti e spettacoli.
L’inquinamento a Milano, una sfida per tutti
Nella lunga chiacchierata tra Pierfrancesco Maran e il suo predecessore all’Assessorato Mobilità, Trasporti e Ambiente del Comune di Milano, sotto il mandato di Letizia Moratti, e oggi professore all’Università Bocconi, Edoardo Croci, emerge fin da subito la convergenza su un tema spinoso come quello dell’inquinamento del capoluogo milanese. Traffico ed edifici sono, più specificamente, considerati i principali responsabili delle emissioni in città. «Bisogna agire su entrambi, con la mobilità sostenibile e la metropolitana, ma anche sull’efficienza degli edifici, bandire del tutto le caldaie a gasolio», sostiene Croci, aggiungendo anche, statistiche alla mano, come a Milano le emissioni pro capite di CO2 siano ogni anno pari a 5,7 tonnellate (la media europea è di 7 tonnellate pro capite, ma a sfavore di Milano gioca la conformazione geografica del Nord Italia, facendo della Pianura Padana, insieme alla Polonia, la zona europea con i tassi più alti di inquinamento atmosferico. Si aggiunge poi anche un elevato tasso di vulnerabilità ai rischi climatici, come piogge intense e siccità.
Milano e l’importanza di avere un progetto: la mobilità al centro
Se quindi da un lato la situazione ambientale non è certo rosea, d’altro canto emerge anche la notevole resilienza di fronte alle esigenze ambientali da parte del comune di Milano, sottolinea lo stesso Croci. Oggi infatti il capoluogo lombardo dimostra un’«efficace capacità di risposta e gestione delle problematiche ambientali». E su questo Maran concorda: «Milano deve avere una visione, se questa non lega la sostenibilità con la voglia di fare si perde la sfida». In considerazione di questa vision di città sostenibile e quindi della sua pianificazione a lungo termine, la sensibilità di Maran sposa in particolare la necessità delle «infrastrutture città-esterno», cogliendo l’esigenza dei milioni di pendolari che dalla Brianza, dal Novarese e da altre aree vengono quotidianamente a Milano. E così si spiegano molti progetti, come l’estensione di M1 fino a Baggio, primo quartiere di Milano per i molti che vengono da fuori, o l’analoga estensione della metropolitana fino a Monza. Ma ancora gli scali ferroviari con lo scopo di alimentare «una crescita e una densificazione delle stazioni interne nell’ottica di una circle line». Perché se si può «studiare e gestire bene il movimento dentro la città», come ad esempio con quello che fu l’Ecopass e oggi è diventato l’Area C, prosegue Maran, «il vero gap è sulle tecnologie e infrastrutture dentro-fuori» nella prospettiva di un ampliamento delle città verso l’esterno, verso le periferie di una volta. «In città siamo 1 milione e 400 mila, ma fuori molto di più». Su questa situazione già di per sé complessa si sono aggiunte negli ultimi tempi anche le problematicità connesse all’emergenza sanitaria. Le criticità sono in parte cambiate, ma per Maran la priorità rimane ancora il trasporto pubblico e i nuovi progetti, come Mind – il Milano Innovation District nell’area dell’Expo – e il futuro di alcuni quartieri come Città Studi, per i quali inoltre entreranno anche in gioco i finanziamenti del Next Generation Eu.
L’inclusione e la lotte alle diseguaglianze come «tema chiave per tutte le città»
Particolare attenzione è posta anche sulle condizioni socio-economiche dei cittadini. Croci evidenzia infatti come le diseguaglianze siano «il tema chiave per tutte le città» e di quanto sia importante anche che «l’ambientalismo non venga più visto come qualcosa di elitario» ma che invece si tramuti in un «tema trasversale». Gli fa eco anche Maran, per il quale è necessario superare l’idea della città, «dove ci sono zone in cui ci vivono i ricchi», e fa l’esempio in particolare di Porta Nuova e City Life, «mentre gli altri devono fare i pendolari, impiegandoci ore per arrivare in città», puntando sulla diversificazione socio-economica dei quartieri e di conseguenza riducendo la necessità di spostarsi per servizi o beni. In quest’ottica, infatti, si è parlato di un maggiore coinvolgimento da parte del Comune e della Regione Lombardia per l’edilizia convenzionata. Maran riconosce infatti come «il tema dei quartieri popolari sia la vera sacca di criticità dentro la città metropolitana». «Oggi un terzo delle case in costruzione», sottolinea l’Assessore in carica, «sono a prezzo convenzionato». Interventi virtuosi su zone problematiche ci sono stati e Maran sottolinea due casi: la situazione del Boschetto di Rogoredo, fino a pochi anni fa tristemente noto come luogo di spaccio e oggi giardinetto per famiglie e bambini, e di via Odazio, nel quartiere del Giambellino, palcoscenico simile al Boschetto, ma che grazie ai fondi europei, alla costruzione della metropolitana M4 e altre iniziative ha visto calare il tasso di criminalità. In questo emerge il tema delle periferie. «L’integrazione della città metropolitana», aggiunge però Croci, «è una sfida ancora da vincere. La città metropolitana non può essere qualcosa di serie B». Le misure messe in campo dal Comune infatti non sempre sono sufficienti, perché in molti campi è necessaria una maggiore collaborazione con altri enti, in primis Regione Lombardia. Esempio ne è la situazione critica in via Gola, in zona Navigli, la cui situazione rimane in stallo, secondo Maran, perché in attesa di un maggior impegno da parte della Regione e di Aler, proprietaria degli immobili della zona. Alla problematicità delle periferie e per completare la panoramica sul tema abitativo, si aggiunge anche il fenomeno degli Airbnb. Maran evidenzia come a gennaio 2020, dei 100.000 appartamenti in affitto, il 20% era legato ad affitti a breve, se non brevissimo, termine, soprattutto per turisti. «Oggi c’è il tema di come aiutare i tanti proprietari che vi avevano investito e rimettere in circolo una serie di appartamenti a prezzi accessibili», conclude poco dopo.
Dalle parole di Maran, insomma, sembra farsi strada proprio quella pianificazione di cui sottolineava l’importanza. Il mondo cambia e così le tecnologie, ed entrambe impattano sulla città, specie su una Milano sempre così proiettata al futuro. Un progetto per l’immediato rischia di essere già fuori tempo massimo una volta che venga messo in azione. Anticipare le necessità, intervenire in maniera rapida ma sempre seguendo quella visione della città, di Milano, che da qui a venti o cinquant’anni si concretizzerà. La direzione è individuata. Che queste siano le ricette giuste sarà solo il tempo a dircelo.