Prende il nome di No Delivery Day la giornata di sciopero nazionale organizzata per il 26 marzo 2021. L’iniziativa a livello nazionale è stata organizzata da CGIL e UIL, le motivazioni si ritrovano nell’opposizione all’accordo raggiunto lo scorso 3 novembre tra UGL e Assodelivery per cui la natura del rapporto di lavoro è stata riconfermata come autonoma, riportando così sotto i riflettori la questione del pagamento a cottimo delle prestazioni dei rider.

Proprio questo è il punto focale della mobilitazione: cambiare un sistema che attraverso la “retribuzione a consegna” contribuisce ad autoalimentare la competizione e l’autosfruttamento dei rider; i quali si vedono costretti a dover lavorare senza sosta per non perdere la priorità nell’assegnazione delle consegne da parte dell’algoritmo che le regola. Le altre richieste mosse dai lavoratori sono: una maggior chiarezza delle normative che regolano il settore, permessi di malattia, ferie, congedo parentale, diritti sindacali oltre a maggiori tutele come un’assicurazione in caso di incidente nello svolgimento del servizio.

Oltre ai due sindacati maggiori la piazza 24 Maggio milanese era presidiata da una grande quantità di bandiere dei Si Cobas, sindacato di base che da anni si muove per la messa in sicurezza dei riders e che dal settore della logistica fornisce supporto ai “cugini” delle consegne in bicicletta. Anche la loro voce si unisce al coro di protesta, soffermandosi però maggiormente sui diritti di sciopero e di organizzazione sindacale, messi sempre più a dura prova.

Durante questa giornata di sciopero i portavoce dei riders di tutta Italia hanno invitato gli utenti delle app a non ordinare nulla dai ristoranti che si servono delle maggiori piattaforme di delivery quali: Just Eat, Glovo, Uber Eats e Deliveroo in modo da sostenere la lotta dei lavoratori. Il tentativo è quello di amplificare le voci dei ciclocorrieri in sciopero in modo tale da garantire un trattamento dignitoso che passi attraverso il riconoscimento degli istituti contrattuali fondamentali previsti da quella che si definisce “una Repubblica fondata sul lavoro”.

Ai nostri microfoni Zazele, coordinatore di Deliverance Milano ovvero il sindacato metropolitano dei riders, evidenzia le numerose problematiche in cui si incappa svolgendo questo lavoro: “Ci troviamo a lavorare da lunedì a domenica senza pausa, che ci sia pioggia o neve, di giorno come di notte. Ciò che vogliamo sono maggiori tutele: mettiamo a rischio la nostra salute tutti i giorni soprattutto in un contesto di pandemia, che non ci ha comunque fermato durante il primo lockdown. 

Filippo Ferraiuolo, Marco Fort, Oliviero Protti

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