La scarsità dell’acqua è un problema grave anche per il nostro Paese, ma per la maggioranza degli italiani sul tema si fa eccessivo allarmismo, ma non è così. E’ di certo cresciuta la consapevolezza sull’importanza di tutelare questa fondamentale risorsa naturale, di non sprecarla: ma non è sufficiente e alcune tendenze in atto devono suonare come veri e propri campanelli d’allarme. Il World Resources Institute ha indicato per l’Italia una situazione di stress idrico molto critica – livello 4 su una scala da 1 a 5 –  ma il 52% degli italiani ritiene che vi sia ancora tempo per cambiare le cose e che le previsioni sul 2040 siano troppo pessimistiche. Solo un ridotto 22% le considera veritiere, e si aspetta anzi che ciò possa verificarsi anche prima della data indicata, mentre la percezione dell’11% dei cittadini è che queste previsioni non sono veritiere, anche se sarebbero mosse utili a diffondere paura tra le persone. I dati emergono da una ricerca Ipsos condotta per Finish e sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2021 fissata per il 22 marzo.

La ricerca condotta a gennaio del 2021 consente di delineare gli atteggiamenti degli italiani nei confronti della tematica e soprattutto di definire utili paragoni rispetto all’anno precedente. Se su alcuni comportamenti specifici migliorano le azioni positive su consapevolezza e atteggiamenti i dati diventano più critici. Per esempio tra i possessori di lavastoviglie – circa 16,7 milioni di italiani – il numero di coloro che non sciacquano i piatti a mano prima di riporli nella macchina è aumentato del 4% in un solo anno, passando dal 26% del 2020 al 30% del 2021. Ciò si concretizza in un incremento di circa 700.000 famiglie che hanno smesso di sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie, da 4,3 milioni a 5 milioni di famiglie. Un cambiamento significativo, che determina un risparmio d’acqua di ben 38 litri ad ogni lavaggio che, se calcolato sulla media di utilizzo della macchina in una settimana – 4,56 volte – porta ad un risparmio aggiuntivo di oltre 6 miliardi di litri d’acqua in un in un anno.

Una buona, pratica, abitudine, quindi, e un buon risultato. Ma se si guarda al livello di conoscenza delle problematiche connesse all’acqua le cose cambiano. Anche nel 2021 – il dato infatti si ripete –  solo 2 italiani su 10 ritengono che la scarsità d’acqua sia un problema generalizzato, il 70 degli intervistati  ritiene addirittura sia solo di competenza di specifiche aree del Paese in determinati periodi dell’anno. Inoltre, riguardo alle tematiche ambientali che preoccupano maggiormente gli italiani, solo il 12% si è definito preoccupato dalla tematica acqua nel presente, contro il 51% per la presenza di plastica nei mari, il 49% per l’inquinamento atmosferico e il 44% per la gestione dei rifiuti.

Gli italiani dimostrano poi di avere scarsa consapevolezza anche rispetto al proprio consumo d’acqua. Addirittura, il 48% degli intervistati si è detto convinto che il consumo personale sia uguale o inferiore a quello dei concittadini europei, quando in realtà i dati dimostrano come quello italiano sia il più alto in Europa, con un dato medio pro-capite di circa 220 litri d’acqua al giorno, contrariamente alla media europea di 165 litri.

E’ probabile che l’arrivo della pandemia abbia giocato un ruolo cruciale nel ridurre l’attenzione delle persone sulla tematica acqua. Solo 1 italiano su 4 ha infatti dichiarato di aver prestato attenzione ai consumi d’acqua nel corso dell’ultimo anno, trascorso prevalentemente dentro casa e in misura maggiore rispetto al passato. Ciò è confermato dal fatto che l’attenzione ai consumi d’acqua è aumentata solamente del 2% in un anno (2020: 73%, 2021: 75%), mentre discorso completamente diverso vale per l’attenzione ai consumi di elettricità passati dal 77% del 2020 all’86% del 2021, e gas, aumentati addirittura del 10% (dal 79% del 2020 all’89% del 2021), con la forbice che è oggi notevolmente ampliata.

A questo riguardo, ciò che emerge dalla ricerca Ipsos per Finish è che tutti devono dare il loro contributo: il 68% degli intervistati, infatti, è convinto che il ruolo principale lo debbano avere i cittadini, riducendo o comunque migliorando i propri consumi, il 58% affida un ruolo importate ad enti pubblici che si occupano della manutenzione delle tubature, il 54% ai governi, che dovrebbero punire coloro che non adottano comportamenti corretti, mentre infine, il 50%, alle aziende, che devono impegnarsi a migliorare i processi produttivi.

Sono quindi i singoli individui che devono provare, per primi, ad intervenire e cambiare la situazione. In questa direzione, nell’ultimo anno, gli italiani hanno scelto di adottare alcuni specifici comportamenti come chiudere il rubinetto quando non serve (73%), fare docce più brevi (39%) ed essere sicuri nell’usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico (rispettivamente 65% e 44%, più 3% rispetto al 2020). In riferimento a quest’ultimo punto, però, le idee non sono ancora così chiare: la maggior parte delle persone, 66%, è cosciente del fatto che si consuma più acqua lavando i piatti a mano rispetto all’utilizzare la lavastoviglie, riducendo il consumo da 122 litri a 12 litri per lavaggio, con una differenza, ma nonostante ciò il 70% tra i possessori della lavastogviglie continua a non attuare questo tipo di comportamento per tutelare la risorsa.

Nella ricerca realizzata da Ipsos per Finish, ampio spazio è stato dedicato anche ai giovani tra i 14 e i 17 anni. A questo proposito, contrariamente a ciò che si crede, emerge una minore consapevolezza dei giovani sulle tematiche ambientali (86%, contro il 93% degli adulti), ma soprattutto un minor attivismo nella quotidianità: 77% si impegna nel corretto riciclo dei rifiuti, contro l’ 84% degli adulti; il  69% cerca di non sprecare il cibo (adulti 83%), 66% prova a ridurre lo spreco d’acqua (adulti 77%) e il 60% limita il personale utilizzo di plastica (adulti 67%).

Ciononostante, però, i giovani si dimostrano attenti e informati se parliamo di scenari futuri, di consumi e di quella che è la situazione attuale in Italia: Il 75% crede che le previsioni del World Resources Institute siano veritiere, anche se il 53% di questi è convinto siano troppo pessimistiche. E vi è maggiore consapevolezza rispetto agli adulti circa i consumi per famiglia:  il 9% ha la corretta percezione contro il 3% della fascia 18-65. 
Infine, i giovani dimostrano di avere buona conoscenza circa i comportamenti che andrebbero attuati per risparmiare l’acqua, sebbene le percentuali siano comunque inferiori a quelle degli adulti. Il 68% chiude il rubinetto quando non lo utilizza (adulti 73%), 51% sa cha va utilizzata la lavastoviglie a pieno carico (adulti 44%), mentre solo il 14% non sciacqua a mano i piatti prima di riporli nella macchina. Anche nei giovani, però, vi è consapevolezza, nel 59% dei casi, del fatto che lavare i piatti a mano piuttosto che in lavastoviglie comporta un consumo maggiore d’acqua.