L’Unione europea resta l’area del mondo più avanzata rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030; ma molto resta da fare per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale dello sviluppo, e soprattutto per ridurre le disuguaglianze tra i suoi territori. E’ il quadro che emerge dall’analisi che l’ ASviS – l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile – ha effettuato a partire dai dati Eurostat relativi a oltre 70 indicatori.

Riguardo dieci Obiettivi – salute (3), educazione (4), uguaglianza di genere (5), sistema energetico (7), condizione economica e occupazionale (8), innovazione (9), condizioni delle città (11), modelli sostenibili di produzione e consumo (12), lotta al cambiamento climatico (13), condizioni dei mari (14)– i parametri di insieme registrati in Europa tra il tra il 2010 e il 2018 migliorano. Sono stabili invece riguardo povertà (1), alimentazione e agricoltura sostenibili (2), disuguaglianze (10), governance e istituzioni(16). E peggiorano infine nei due obiettivi relativi agli ecosistemi terrestri (15) e alla cooperazione internazionale (17).
Per il Goal 6 – acqua pulita e servizi igienico sanitari – non è stato possibile creare un indicatore composito a causa della mancanza di dati; mentre per il Goal 13 – la lotta contro il cambiamento climatico – l’indicatore è fermo al 2017, non essendo stati aggiornati i dati sulle emissioni in atmosfera. Ma se si accorciano i tempi di riferimento le cose cambiano. Tra il 2017 e il 2018 infatti si segnalano miglioramenti solo per otto Obiettivi: 1, 4, 5, 7, 8, 9, 14 e 16. Una sostanziale stabilità si rileva per i Goal 2, 3, 10, 11 e 17, mentre nel caso dei Goal 12 e 15 si manifesta un peggioramento.
I risultati aggregati nascondono in realtà situazioni molto diversificate tra i diversi Paesi membri dell’Unione, per questo ASviS ha condotto un’analisi che prende in considerazione anche le distanze tra i diversi paesi relativamente a ciascun Obiettivo. Per quanto riguarda ad esempio il goal 12 – consumo e produzione responsabili– le distanze territoriali sono massime: la differenza tra Paesi Bassi e Estonia, rispettivamente primo e ultimo in graduatoria, supera i 45 punti. L’Italia si colloca al secondo posto nella classifica e quasi per tutti i paesi si nota un miglioramento degli indici nel periodo 2010-2018. Maglia nera al Lussemburgo, unico paese che mostra un forte peggioramento dell’indice dovuto alla drastica riduzione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Altro Obiettivo dove le distanze sono molto consistenti è il Goal 1, relativo alla lotta alla povertà. Anche in questo caso il Lussemburgo si distingue per un netto peggioramento dell’indice dal 2010 al 2018 dovuto all’aumento delle persone a rischio di povertà e esclusione sociale e di quelle in grave deprivazione materiale. L’Italia, arretrata anch’essa rispetto al 2010, si colloca nettamente al di sotto della media europea.